29 Agosto 2023

Intervista a Veronica Bonacini

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Diamo voce ai nostri docenti!

 

I docenti della Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia non sono solo dei professionisti del settore, ma dei veri e propri navigatori del mondo della creatività. Che si tratti di fumetto, animazione, sceneggiatura, illustrazione o web design, ogni corso mette a disposizione degli studenti una serie di esperti in grado di aiutarli a dare voce alla loro creatività. Come Veronica Bonacini, insegnante del Corso di Concept Art, un’illustratrice e fumettista che, dopo diverse collaborazioni internazionali, al 2021 è diventata Intermediate Generalist Concept Artist presso Little Red Dog Games, con una breve parentesi da UI Artist.

 

  1. Ciao Veronica! Puoi raccontarci brevemente il tuo percorso artistico che ti ha portato a diventare concept artist?

 

Mi sono diplomata al Corso Triennale di Fumetto presso la Scuola Internazionale di Comics a Reggio Emilia. Ho fatto l’illustratrice e la fumettista per alcuni anni. Mi piaceva però di più lavorare in un team, così sono approdata alla concept art, prima con uno stage a Berlino, poi con un’esperienza da Junior in Inghilterra e infine a Little Red Dog Games.

 

  1. Cosa vuol dire essere concept artist e in cosa differisce la tua professione da quella dell’illustratore?

 

La Concept Art viene utilizzata in una fase di pre-produzione di un prodotto multimediale (videogiochi, film, animazioni…) e consiste in sketches, illustrazioni o designs finalizzati al world-building. Il concept artist può essere disegnatore, illustratore ma prima di tutto è un designer.

 

  1. Come è cambiata la tua carriera dopo la collaborazione con Little Red Dog Games?

 

Prima del mio lavoro attuale, avevo solo lavorato in studi di concept art. Lavorare direttamente in un’azienda videoludica è molto diverso perché collabori con un team artistico eterogeneo di 3D artists e animatori, non solo altri concept artists. Puoi seguire lo sviluppo del videogioco dall’inizio fino alla pubblicazione.

 

  1. Puoi descriverci come funziona il tuo processo creativo? Da dove prendi le idee e le reference e come le trasformi in concept art?

 

Mi piace solitamente iniziare con una fase di brain-storming, dove mi appunto molto velocemente parole chiave o idee sotto forma di elenco. Realizzo poi un moodboard, una raccolta di references visive da pinterest o google, solitamente suddivisa in sezioni. Il processo creativo è comunque molto vario, dipende dal tempo che si ha disposizione e dalle finalità.

 

  1. Quali canali social utilizzi per promuovere il tuo lavoro?

 

Utilizzo principalmente Artstation, dove ho pubblicato il mio portfolio. Quando si lavora in azienda da dipendente come faccio io, ci si può permettere di curare meno i social rispetto ad altri lavori artistici o a quando si è freelance. Il grande problema è che la maggior parte del lavoro del concept artist è dietro le quinte e spesso non puoi pubblicare quello che hai fatto per lavoro se non dopo anni.

 

  1. L’avvento delle IA ti preoccupa o lo vedi come un potenziale nuovo strumento che potrebbe migliorare il tuo lavoro?

 

Personalmente, propendo per la seconda. So che viene già utilizzato dagli art-directors per dare direzione ai concept artists o dai concept artists stessi per raccogliere references. L’avvento delle AI mette soprattutto in pericolo i lavori entry-level, meno chi è già in posizione di intermediate o senior. È difficile però fare previsioni azzeccate in merito.

 

  1. Cosa consigli a chi si vuole affacciare al mondo della concept art?

 

Inizialmente può essere spaventoso capire in quale direzione muoversi e il percorso è diverso da persona a persona. Suggerirei quattro cose: fare ricerca su cosa le aziende richiedono lavorativamente, trovare un obiettivo lavorativo definito (Esempi: “Voglio essere assunto in un’azienda di videogiochi”; “Voglio lavorare come freelance da remoto per studi di animazione”, ecc…), farsi una lista di propri punti forti e punti deboli e poi sviluppare una strategia.

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