Intervista ad Elisa Contessotto
Diamo voce ai nostri docenti!
I docenti della Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia non sono solo dei professionisti del settore, ma dei veri e propri navigatori del mondo della creatività.
Che si tratti di fumetto, animazione, sceneggiatura, illustrazione o web design, ogni corso mette a disposizione degli studenti una serie di esperti in grado di aiutarli a dare voce alla loro creatività. Come Elisa Contessotto, insegnante del Corso di Animazione e digital strategist. Si occupa dell’area formazione di SEOZoom. Dopo un inizio tra ADS di Facebook, copy strategico e branding, ha orientato i suoi interessi verso SEO e Keyword Research coniugando l’approccio creativo a quello analitico.
- Ciao Elisa! Raccontaci qualcosa del tuo percorso professionale. Come sei arrivata a lavorare nel mondo del marketing digitale?
Da piccola sognavo di diventare Sailor Jupiter. Oltre a questo, volevo fare la anchorwoman e, se mi guardo nel cuore, penso di vivere a mio modo questo sogno in ogni webinar o lezione che faccio. Ogni mese sono online con centinaia di persone per presentare e moderare gli appuntamenti di formazione sui temi del digital marketing. Mi piace creare una connessione con le persone, condividere idee, costruire qualcosa di utile insieme agli altri. Forse è proprio per questo che ho tante passioni diverse: dal tango argentino alla fotografia, dalla lettura alle freccette. La sintesi di questo mix di interessi mi rende curiosa e interessata anche a quello che succede fuori. In particolare, mentre cominciavo a formarmi sulle materie del digital marketing, scrivevo e mi occupavo di interviste nel settore della fotografia (la mia prima passione!). Dopo circa 150 articoli per la carta stampata, ho aperto il mio primo blog. Se lo guardo adesso mi sembra tutto sbagliato, ma lo osservo con tenerezza e mi è utile tutt’ora: è una traccia degli errori e delle ingenuità che si compiono quando si parte senza un background adatto. Nonostante tutto, fare le cose con passione dà una spinta molto importante: il blog nei primi due anni ebbe oltre 200mila lettori. Con l’apertura del primo blog ho studiato molto e sono stata fortunata: sono entrata in una web agency dove sono cresciuta tanto insieme con il team. Dal fronte content marketing mi sono spostata dopo qualche anno sulla SEO, studiando e imparando sul campo. Poi nel mio percorso ho incontrato SEOZoom e ora sono qui, mentre continuo ad appassionarmi, a leggere tantissimo, a confrontarmi. Partecipo come speaker a vari eventi e tengo un sacco di webinar: mi piace condividere e formare formandomi.
- Se si parla di marketing digitale non si può non parlare di presenza sui social. In questo modo però il mercato è diventato molto affollato. Qual è la strategia più efficace per emergere dalla massa?
Raccontare in modo autentico la propria unicità. Che non significa dover dire tutto di sé o del proprio lavoro, anzi. Significa interrogarsi sulla storia e sui valori che vogliamo portare alle altre persone. Per questo è importante fare una riflessione – per esempio – sul proprio personal branding. Una volta definito il percorso, essere costanti con un buon piano editoriale aiuta molto. Così come prevedere fin da subito delle attività di sponsorizzazione anche a pagamento o delle partnership in collaborazione con altri esperti ed esperte.
- Due anni fa ci si interrogava sull’impatto che il nascente Metaverso avrebbe avuto sul marketing digitale. Oggi, speranze e paure di questa rivoluzione sembrano essersi un po’ “assopite”. Cosa ne pensi?
Il Metaverso è legato ai temi della blockchain e delle criptovalute e il crollo del 2022 del mercato ha allontanato un po’ l’attenzione sull’argomento. Complice anche l’arrivo dell’AI generativa che ha catturato davvero tutti per la sua facilità d’accesso. Tuttavia ci sono stati investimenti di miliardi di dollari in termini economici nel Metaverso e ci sono molti progetti di aziende in essere, man mano che si andrà avanti – come ci sta mostrando la grande attenzione generata dall’uscita di Apple Vision Pro – ci sposteremo sempre di più verso lo spatial computing e l’AR, la realtà aumentata. Quindi sì, c’è un assopimento generale, ma penso che l’attenzione si stia risvegliando!
- Più che di Metaverso, ora si parla di intelligenze artificiali. Come stanno cambiando le strategie digital delle aziende in questo senso?
È un momento epocale, l’AI sta rivoluzionando tante professioni ed è uno strumento da conoscere e da inserire nella propria cassetta degli attrezzi. Come tutte le grandi innovazioni, bisogna prima di tutto approfondire in modo consapevole, senza paura. Siamo fortunati a vivere questo cambiamento fin dal principio, anche se può destabilizzare: se sapremo accogliere le novità e velocizzare l’apprendimento possiamo ottenere vantaggi competitivi e risultati interessanti. Quando basterà un clic, quando sarà “facile” sarà troppo tardi se vogliamo avere una marcia in più.
- Sei un’appassionata lettrice di romanzi gialli e thriller. Quali sono i personaggi che ti hanno maggiormente influenzata e come hanno cambiato il tuo approccio al lavoro?
Che bella domanda, ho scritto una riflessione su questo argomento su LinkedIn. Ti riporto i miei preferiti:
- “Il silenzio degli innocenti” di T. Harris. Clarice Starling, un ottimo esempio di come una buona capacità di relazione e di connessione simpatica (nel significato che distingue il termine da empatia) sia la chiave per creare un dialogo anche nelle situazioni più complesse;
- “Inspira Espira Uccidi” di Karsten Dusse. Björn quando cerca di applicare la mindfulness. In particolare: “Non focalizzate l’attenzione su ciò che il vostro interlocutore dice, ma su ciò che vuole dire”;
- “Tutto ciò che muore” di J. Connolly. Uno dei miei preferiti, Charlie “Bird” Parker. Lui cerca nella propria rabbia la spinta per risolvere i casi. Se sostituiamo la rabbia con l’amore instancabile per quello che facciamo ogni giorno, sono convinta che non ci sarà un progetto impossibile davanti a noi;
- “Requiem per un killer” di Colaprico. Marco Michele Sigieri, il poliziotto di giorno e sicario per la mala di notte, mi piace perché segue la sua morale, nonostante la complessità dei ruoli che ricopre. Non sempre si è una cosa sola nel lavoro e va bene così. Magari senza ammazzare nessuno;
- “La morte è uguale per tutti” di Matteo Bortolotti. Lucio Scelba mi ha colpito per la sua scelta di occuparsi “delle cause perse”. Essere dei buoni professionisti per me significa anche appassionarsi a progetti dove non sempre il risultato è immediato. È bello anche fare per il piacere di provare.
- Le tre regole che un digital strategist non dovrebbe mai dimenticare?
- Costruire una visione d’insieme, perché il successo di strategia di web marketing è il frutto di tanti tasselli. E questo non basta: bisogna acquisire competenze tecniche, strategiche, teoriche. In questo modo possiamo comprendere opportunità e limiti di un progetto. Se è vero che ci sono buone pratiche standard, il contesto fa indubbiamente la differenza;
- Aggiornarsi sempre perché l’aggiornamento è quello che rende un professionista degno di potersi definire tale, soprattutto nel nostro settore dove algoritmi e tecnologia vengono innovati di giorno in giorno;
- Stimolare il confronto, perché in una professione così semplice e complessa allo stesso tempo, si scopre quasi subito che ci sono tante strade per arrivare da A a B. Qual è il percorso migliore? Chissà. Quello che possiamo fare è tarare la nostra bussola, annotare la nostra mappa, identificare dei passaggi segreti o delle zone grigie. Su questa linea, ho messo in atto una piccola iniziativa: ogni settimana mi rendo disponibile per condividere la pausa caffè online. Un modo per scambiare idee per 15 minuti con persone di ogni campo. Dai un’occhiata!
- Tre cose che ti motivano a dare sempre il meglio nel tuo lavoro.
Il mio mantra: avere cura di quello che si fa è una forma meravigliosa di amore. Per me questo significa avere rispetto del mio tempo e di quello delle altre persone. Significa costruire sempre e mai distruggere. Significa prendersi cura delle parole, dei gesti. Significa apprezzare l’essenza di quello che faccio perché ogni giorno è unico e irripetibile e io vorrei vivere a pieno. Troppo filosofica?