22 Maggio 2023

Intervista a Evelyn Daviddi

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Diamo voce ai nostri docenti!

 

I docenti della Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia non sono solo dei professionisti del settore, ma dei veri e propri navigatori del mondo della creatività. Che si tratti di fumetto, animazione, sceneggiatura, illustrazione o web design, ogni corso mette a disposizione degli studenti una serie di esperti in grado di aiutarli a dare voce alla loro creatività. Come Evelyn Daviddi, insegnante del Corso Triennale di Illustrazione, un’illustratrice con diversi anni di esperienza nel settore e collaborazioni con marchi internazionali e editori importanti, come Fatatrac, Harper Collins, ZOOlibri, Franco Cosimo PaniniCarthusia.

 

  1. Ciao Evelyn! Quando hai capito che quella dell’illustrazione sarebbe stata la tua strada? Fin da bambina amavo disegnare e raccontare storie, ero affascinata dai racconti di Rodari e mi perdevo nelle illustrazioni di Richard Scarry. Tutto è iniziato in prima elementare, quando la maestra mi fece “illustrare” un racconto per tutta la classe. Quello è stato il mio primo vero libro. Non me ne sono resa conto subito, l’ho capito anni dopo.

 

  1. Quali sono stati i passi fondamentali nella tua formazione per trasformare una passione artistica in una professione? Dopo la maturità all’Istituto D’arte Venturi di Modena e un breve passaggio all’accademia di Belle Arti di Bologna ho capito che la mia strada era l’illustrazione quando ho deciso di proseguire gli studi a Milano, allo IED, nel corso di Illustrazione.

 

  1. Quali sono i tuoi illustratori di riferimento? I primi riferimenti sono gli autori dei libri della mia infanzia: Scarry, Luzzati, Sendak, Lionni. Poi ho scoperto e apprezzato molto Munari, e ho avuto la fortuna di avere come insegnanti Adelchi Galloni e Gianluigi Toccafondo che sono stati per me la vera svolta.

 

  1. Puoi descriverci come funziona il processo creativo di una tua illustrazione? Da dove prendi le idee e le reference e come le trasformi in un’opera originale? La partenza è sempre un testo, lo leggo, lo lascio sedimentare, mi ci immego poi mi soffermo su una parola o una suggestione e capisco cosa voglio dire con la mia illustrazione, e cosa voglio eventualmente omettere. Le reference le prendo osservando il mondo, i libri, l’arte e il cinema, cerco ogni volta uno sguardo per me inedito e poi lavoro sulla forma e la composizione, fino alla tecnica pittorica che è sempre mista e parte sempre dai miei materiali ai quali aggiungo un margine di casualità che per me rappresenta lo stimolo a cercare l’elemento nuovo dentro la mia coerenza stilistica.

 

  1. Quali consigli ti senti di dare a un aspirante illustratore? Lavorare su se stesso, sul proprio linguaggio tecnico e stilistico. Studiare sempre il mondo che ci circonda e allenare lo sguardo e la sensibilità. Osservare la luce, le forme, i colori, i contrasti. Imparare a prendere una posizione, fisica e metaforica. Avere l’abitudine di visitare mostre e musei, carpire i segreti e le tecniche dei loro modelli e affidarsi talvolta all’errore.

 

  1. A quale progetto stai lavorando adesso? Puoi darci qualche anticipazione? Attualmente sto lavorando ad una nuova collana di libri per bambini, a un progetto di illustrazione applicata alla decorazione d’interni e sto facendo ricerca e sperimentazione sul racconto di una bravissima scrittrice e cara amica, con la quale sono certa nascerà un libro illustrato importante per entrambe.

 

  1. L’avvento delle IA “Text to Image” di cui si sta molto discutendo, in particolare Midjourney, ti spaventa? Pensi che sia una minaccia per la creatività o, piuttosto, che possa trasformarsi in un nuovo strumento utile anche per gli artisti? Non ho molte conoscenze sul tema, non ne sono spaventata ma credo sia urgente che vengano regolamentate in modo da non nuocere al lavoro creativo e non violare il diritto d’autore. Detto questo, credo saranno strumenti con i quali dovremo misurarci.

 

  1. Cosa sogni di illustrare in futuro? Da sempre sogno di illustrare un racconto di Rodari, poi mi piacerebbe molto illustrare l’immagine di un festival, letterario o di cinema e da sempre vorrei illustrare per la ceramica e le carte da parati. Incrocio le dita, perché forse, qualcosa si sta realizzando.

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